28.5.20

Calabria indagato il deputato della Lega Furgiuele L'amico di Salvini è coinvolto nell'operazione "Waterfront" per ndrangheta e appalti pilotati.

L’accusa ipotizzata nei suoi confronti e’ concorso in turbata liberta’ degli incanti in qualita’ di ex legale rappresentante della societa’ Terina coinvolta nell’inchiesta in relazione a due gare di appalto. Dalla societa’ Furgiuele si e’ dimesso dopo l’elezione al parlamento, nei suoi confronti non sono stati emessi provvedimenti.


Fra gli imprenditori coinvolti c’è anche il deputato leghista calabrese, Domenico Furgiuele, ex amministratore e titolare della maggioranza delle quote della Terina costruzioni, che si è affrettato ad abbandonare due mesi dopo l’elezione in Parlamento. Proprio per questo, la misura del divieto di esercitare attività imprenditoriale per 12 mesi chiesta dai magistrati della procura antimafia di Reggio Calabria è stata revocata. Tuttavia, Furgiuele rimane indagato per due gare d’appalto, quella per l’eliporto dell’Ospedale di Polistena e quella per il ripristino della viabilità a Bandina, nei pressi di San Giorgio Morgeto. n entrambi i casi – affermano il procuratore aggiunto Gaetano Paci e il pm Gianluca Gelso, che con il coordinamento del procuratore capo Giovanni Bombardieri hanno diretto l’indagine – avrebbe messo la sua società a disposizione delle manovre ordite dai Bagalà, espressione economica del clan Piromalli, per “aggiustare” le gare d’appalto. Il metodo messo a punto variava, ma il risultato era sempre lo stesso. Per ogni lavoro messo a gara, le 60 imprese del cartello, riunite in Ati o Rti, presentavano offerte già in precedenza concordate, in modo da far aggiudicare i lavori a una di quelle del gruppo. Oppure le buste venivano consegnate in bianco e compilate da chi di dovere. Quando l’appalto toccava ad una delle imprese direttamente controllate dai Piromalli, o dal loro braccio operativo, il clan Bagalà, erano loro stessi a eseguire i lavori, altrimenti subentravano con i classici noli o attraverso le procure speciali rilasciate ai loro uomini di fiducia. Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, punta invece il dito proprio contro il leader della Lega: “le indagini in Calabria confermano che Salvini al sud ha riciclato il peggio. Il deputato indagato era già noto alle cronache ma Salvini non si è fatto scrupoli. Alzando il volume della propaganda xenofoba e razzista Salvini ha spostato l’attenzione su un falso pericolo – l’immigrazione – e ha fatto dimenticare che il centrodestra ha una lunga storia caratterizzata dalla contiguità con la criminalità organizzata e uno stillicidio di inchieste giudiziarie per corruzione e mafia. Mentre gli italiani venivano aizzati contro i poveri cristi che sbarcano sulle nostre coste i Piromalli facevano affari. Salvini si è dato un’immagine antisistema ma è un pezzo del sistema. Ha condotto una campagna contro una.............
persona onesta come Mimmo Lucano mentre girava la Calabria con personaggi come l’onorevole Furgiuele da cui Salvini non ha preso le distanze neanche dopo la trasmissione di Report di due anni fa che ben descriveva questo campione di lotta alla ndrangheta”.

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