22.9.21

Regionali Calabria. "U svertu, a scenziata, u foristeru e u mbunnatu". Ecco i profili dei 4 candidati

  


Roberto Occhiuto

Predestinato della politica, piccolo Berlusconi con le sue tv private nei primi anni Duemila, Roberto Occhiuto è il vincitore annunciato delle elezioni regionali calabresi a turno unico. Capogruppo di Forza Italia alla Camera, è riuscito nel tempo a ricomporre anche la rivalità con l'altra grande famiglia cosentina del centrodestra, quella dei fratelli Gentile. La coalizione si presenta unita, ma con una forte connotazione leghista, quella rappresentata dal presidente facente funzioni Nino Spirlì. Occhiuto incassa il passaggio nella sua alleanza di Flora Sculco, famiglia di ex dc molto forte nel Crotonese, e si sa che in Calabria i movimenti al centro anticipano il risultato. Insieme a politici stimati come Wanda Ferro o il sindaco di Locri Giovanni Calabrese, il candidato targato Forza Italia deve anche fare i conti con candidature leghiste - generi, nipoti di boss- molto discusse. Nel vibonese si è appoggiato al senatore Giuseppe Mangialavori, più volte citato nel maxiprocesso "Rinascita-Scott". Salvini è stato spesso in Calabria a sostenere Occhiuto: la Lega, fiutando le critiche, ha aperto anche uno "sportello anti'ndrangheta".

Punto di forza. La coalizione unita. Ha dalla sua Cosenza, da sempre molto forte nella politica e nelle scelte regionali.

Punto di debolezza. A tanti calabresi, la presenza nella Lega nelle liste continua a non andare giù. Spirlì non è molto popolare, Salvini è andato a fare campagna con lui. Ma chi si astiene, fa il suo gioco.

 

Amalia Bruni

La scienziata elogiata da Rita Levi Montalcini, la studiosa che ha lottato per più di vent'anni per difendere e sviluppare il centro di neurogenetica di Lamezia Teme, è stata catapultata quasi fuori tempo massimo in una campagna elettorale troppo lunga. Il suo partito ha sbagliato e bruciato innumerevoli candidati, dentro e fuori l'ufficialità. Amalia Bruni ha accettato la sfida, dicendo che vuole "una terra normale", ha cercato di coinvolgere subito le associazioni che lavorano nel sociale, nel welfare. Ha alzato i toni e provato a rimotivare i giovani del Pd, convinto consiglieri uscenti come Giuseppe Aieta, ex sindaco di Cetraro impegnato sul fronte della legalità, a lasciare Oliverio e non dire sì a De Magistris. Ha conquistato il gruppo dirigente dei 5S, mostrandosi in giro insieme a Di Maio e Conte, con lo scopo evidente di riportare a casa i cittadini tentati dall'ormai ex sindaco di Napoli; ha coinvolto nell'alleanza Carlo Tansi, che con la sua lista "Tesoro Calabria" ha sfiorato l'anno scorso l'8 per cento. È la prima donna candidata del centrosinistra.

Punto di forza: la sua presenza in Consiglio Regionale sarà rassicurante, una vittoria della competenza. E i cittadini, specialmente in tema di sanità, ne hanno molto bisogno.

Punto di debolezza: ha iniziato molto tardi a fare campagna elettorale. Dietro di lei non c'è un partito, ma quel che resta delle correnti. Qualunque risultato ottenga, sarà merito suo. I pasticci del suo Pd sono giornalieri.


Luigi de Magistris

Quando gli .......

altri litigavano, Luigi de Magistris stava alla Comunità di  "Progetto Sud" di Lamezia, davanti all'ospedale chiuso di Siderno insieme ai cittadini impegnati nel sit-in domenicale, a Limbadi a casa di una famiglia bersaglio del clan Mancuso, a Cariati davanti all'ospedale occupato. Ha timbrato la sua candidatura dal primo momento, garantito la sua calabresità - intesa come conoscenza del territorio - per via della moglie e di un lavoro da magistrato controverso, come è controverso il suo bilancio da sindaco di Napoli, città che negli ultimi mesi ha frequentato poco. Preparatissimo sulle emergenze, esperto di altre campagne elettorali al Sud, non ha mai ha voluto mettere in discussione la sua candidatura: nemmeno quando il Pd ha provato a proporre Anna Falcone, giovane giurista catanzarese molto stimata, che in ogni caso ha seguito lui.

De Magistris ha raccolto anche l'adesione di intellettuali e professori universitari come Vito Teti, Domenico Cersosimo, Alberto Ziparo, quando Amalia Bruni non era ancora in campo. Cercherà di pescare fra i Cinque Stelle, diffusi a macchie nella regione, ma sulla carta fedeli al centrosinistra.

Punto di forza. Ha fatto delle liste piene di società civile delusa dai partiti, coinvolgendo amministratori popolari come il sindaco di Cinquefrondi Michele Conia.

Punto di debolezza. De Magistris parla di Terzo Polo e guarda anche a destra, ma le sue liste sono targate sinistra radicale, una sinistra come sempre divisa da Milano in giù.


 

Mario Oliverio

Gerardo Mario Oliverio viene dal Pci: è stato sindaco, deputato, presidente della Provincia di Cosenza, poi della Regione Calabria. Corrente Cuperlo, si è a poco a poco allontanato dal Pd che nei fatti lo ha emarginato negli ultimi anni, anche per via di alcune inchieste giudiziarie. Dalle accuse più gravi (corruzione) è stato prosciolto, anzi la Cassazione ha demolito l’inchiesta della Procura di Catanzaro; resta ora un processo per peculato. Oliverio ha bussato invano al Pd e a De Magistris, cercando spazio per una candidatura unitaria. Alla fine ha raccolto solo ex militanti e amministratori delusi. Il suo slogan potrebbe essere “Contro Roma” inteso come partito e come governo, se non suonasse troppo leghista. Ma la sua influenza non è più quella di una volta: la (un tempo sua) San Giovanni in Fiore ora è governata da una fedelissima di Occhiuto, Rosaria Succurro. Oliverio non è riuscito a convincere Mimmo Lucano – un legame politico e umano molto forte fra i due – ad abbandonare De Magistris. Risultato: una lista che rischia di non prendere il quorum (8% coalizione, 4 % lista) e che ha contribuito in extremis a dividere ancora di più la sinistra. Fra i candidati, l’editore della “Riviera”, settimanale garantista molto critico con il magistrato Nicola Gratteri.

Punto di forza. Dei quattro candidati, Oliverio è il più navigato, quello che conosce meglio il territorio, vista la sua lunga esperienza di amministratore locale e nazionale.

Punto di debolezza. A sinistra tutti pensavano che alla fine non avrebbe presentato liste. Invece ha prevalso la voglia di rivalsa sul suo ex partito, su cui convoglia gran parte delle critiche.

FONTE: La Repubblica




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